
Pubblicità per tutti (o quasi)
La comunicazione è di tutti e per tutti. Oggi giorno non esiste settore che non sia toccato
dalla pubblicità e non esiste una categoria merceologica e professionale che non ricorre
alla pubblicità per conquistare clienti. Il mondo della pubblicità è sempre più frequentato da
soggetti pubblici e privati che a vario titolo e con differenti mezzi comunicano con il proprio
target. I mezzi scelti per fare pubblicità cambiano a seconda della tipologia di
azienda/professione/mestiere ma ora possiamo dire che tutti usano la pubblicità come leva
strategica per la propria attività. Ma non è stato sempre così. Anzi. Solo qualche decennio
fa uno degli odierni maggiori investitori in pubblicità, ovvero le banche e gli istituti
finanziari, inorridivano al solo pensiero di farsi pubblicità. La pubblicità era considerata
dalle banche un mezzo “volgare” utilizzato da negozi e supermercati, per vendere prodotti
e merci mentre la finanza non poteva comunicare con l’adv generalista ma solo tramite
mezzi specifici e diretti. E che dire degli ordini professionali ai quali addirittura una legge
impediva di farsi pubblicità. Avvocati, commercialisti, medici non potevano infatti fare
pubblicità. Gli USA furono i primi a permettere ai liberi professionisti di fare campagne
pubblicitarie. Non essendo abituati a utilizzare i media, le prime inserzioni di avvocati e
commercialisti erano fatte negli elenchi telefonici dove accanto a telefono e indirizzo del
professionista compariva un timido invito a chiamare per una consulenza. Certo i media da
utilizzare cambiano a seconda del settore merceologico/professionale. Vedere oggi giorno
un manifesto per strada che pubblicizza uno studio legale non ci sembra molto pertinente
ed efficace, così come lo può essere per un supermercato e una banca. Ma con il tempo
le cose cambieranno come è accaduto per le banche e tra non molto vedremo il bel
faccione sorridente di un avvocato su un maxiposter stradale. Abbiamo detto che tutti
fanno o per lo meno possono fare pubblicità. Ma in realtà esiste ancora un ordine
professionale che vieta ai propri iscritti di fare pubblicità. Si tratta dei veterinari. Un
veterinario può avere un sito web, può utilizzare i social media, ma l’advertising, la
pubblicità su stampa, cartellonistica, televisione e radio non la può proprio fare. Un otorino,
un dermatologo, un oculista, un cardiologo, un radiologo, un chirurgo, insomma un medico
che cura le persone può farsi pubblicità, un veterinario, che è tutte queste cose insieme
ma cura gli animali e non le persone, non può. A noi ci sembra una cosa un po’ assurda
per non dire…bestiale.
